L’INSOSTENIBILE FRAGILITA’ DEI FIOCCHI DI NEVE- DI NOEMI VALENTINA PAIOLA

Recensione di Enza Salpietro

UN GENIALE SPINGILEGNI- Venanzio Berton-

Recensione a cura di Alessandra Colla

Quante Volte abbiamo pensato scacchi come un gioco in fondo noioso, incomprensibile ai profani, riservato a gente un pò strana e forse anche un pò snob? Se mi concedete un piccolo “amarcord”, anni fa un amico mi descriveva un suo insopportabile cugino appunto come ” uno che in vita sua, la cosa più trasgressiva che ha fatto è stato giocare a scacchi”. E invece, qui bisogna ricredersi, qui cioè in questo scoppiettante romanzo di Venanzio Berton, in cui nessuno è come appare, niente è come sembra e tutto può cambiare da un momento all’altro perchè, ” la vita è un pozzo di sorprese”. Infatti, chi mai direbbe che il protagonista Serse, un giovanotto goffo e impacciato, possa rivelarsi un campione del calibro di Fiscer o Karpov? O che dietro la solenne cerimonialità dei tornei di scacchi possano celarsi vizi inconfessabili e violenze criminali? Eppure è proprio così, e lo si potrà scoprire pagina dopo pagina, accompagnando Serse da Milano al lago di Como, dove il neo campioneincontrerà, insieme ai mostri sacri della scacchiera e loschi figuri pronti a tutto, anche una splendida fanciulla e…sì, l’amore. Che poi è forse l’unico premio che davvero valga la pena vincere. Buona Lettura.

LE INDAGINI DI ALBERTO LANDINI -IL SISTEMA-di Massimo Pescara

Recensione di Anna R.G. Rivelli

Con uno Storyboard impeccabile e con una scrittura elegantemente agile, Alberto Landini entra nel nostro immaginario di lettori e si accomoda tra quei personaggi che ti aspetteresti (e vorrsti) incontrare per strada e riconoscere. Idealista e scaltro, guascone appena quel tanto che basta a connotare gli entusiasmi di un giovane che ambisce a vivere una vita piena. Il giornalista creato dalla penna di Massimo Pescara è un personaggio tanto credibile che quasi ci si domanda se non sia anche reale. E non è il solo, perchè anche tutti gli altri personaggi, tratteggiati con pochi cenni quasi sempre in descrizioni dinamiche, sono uomini e donne così veri che riescono a ispirarti simpatie o antipatie immediate,salvo poi sorprenderti in un intreccio che continuamente costruisce e scardina certezze, mostrandoci, proprio come nella vita reale, che né il vero né il falso hanno una faccia sola. ed è in questo la maestria dell’autore, nell’accompagnarci in una storia complicata con una speditezza che ci fa approdare a visioni chiare che un attimo dopo saranno capovolte per indicare altre mete e altri approdi. Anche per questo la trama del libro risulta avvincente, perchè quando si pensa di finire il capitolo e sospendere la lettura per riprenderla in altro momento, ci si ritrova in un punto di suspense o in un cambio di prospettiva che ti incatena alle pagine ancora e ancora. Il finale è spiazzante, fa quasi rabbia, un pò ti lascia l’amaro in bocca, un pò ti riporta a rileggere le ultime pagine( forse non ho capito qualcosa, ti dici), alla fine ti impone di rileggere il nostro tempo che, a guardar bene, il più delle volte è proprio così.

Prof.ssa Anna R.G. Rivellli

Son Tutte Belle le Mamme del Mondo- di Anna R.G. Rivelli recensione di Vito Santarsiero

La Professoressa Aglietti non era Robert Capa- di Gabriella Vergari

Recensione Antonio Di Lallo

E’ una Trieste altra quella che Roberto Metz offre ai lettori nel suo Quattro Anni”. Storia di gente comune; quattro anni che diventano, quasi, quattro decenni e che abbracciano un arco temporale che vede proprio la città di San Giusto protagonista, suo malgrado, del “cosidetto “secolo breve”. E’ lo spaccato di una parte della società triestina, quella che ha dovuto- sempre- lavorare duramente e lottare per sopravvivere; famiglie, forse, sfortunate ma pur sempre ricche di dignità, con regole ferree “neti, lavadi, stiradie e cusidi” dove non c’è posto per ideologie o vari “ismi, ma il sacrificio e la dedizione totale al lavoro. Inteso non solo come forma di sostentamento ma come riscatto, anche sociale, ma sopratutto figa dalla povertà. Rosetta, Adelio, Bruno, Lisetta ma anche, Toni, Ersilia, Nina… Sono solo nomi? Sono protagonisti-minori- della storia di Trieste? No, sono donne e uomini che con il loro sudore, la loro tenacia, il loro sacrificio sono stati ( e lo sono grazie al libro di Roberto Metz), sicuramente, da esempio per tutti noi.

Trieste, 11 ottobre 2024

Massimo Gobessi

Giornalista rai Tv regionale Friuli Venezia Giulia- Programmista Regista Struttura di Programmazione in Lingua Italiana

La recensione di Massimo Gobessi è perfetta nella interpretazione di questa opera corale di Roberto Metz; Autore al quale va il merito di aver portato alla luce un mondo oggi dimenticato, i cui valori portanti, ormai, non esistono più. Valori come la dedizione al lavoro, unico strumento nobilissimo per uscire almeno un poco dalla povertà, mantenendo sempre alta una dignità di cui tutti, piccoli e grandi sono impregnati. Certo, esempio per tutti noi…ma come riuscire a renderlo comprensibile ed apprezzabile dai nostri figli? La “storia di Gente Comune” è un grandioso compendio di esempi, di insegnamenti, di laboriosità, di semplicità… di amore, e di tanto altro. Quel microcosmo era un importantissimo segmento della società triestina, che ha contribuito alla grandezza economica della Trieste di allora: operai che lavoravano a spalare il carbone negli altiforni della ferriera, operai che seguivano, passo dopo passo, le colate di acciaio e di ferro incandescenti, operai che sulle navi ribattevano con il martello, ad uno ad uno i bulloni che inchiodavano le lamiere degli scafi delle navi, operai che nello scalo legnami scaricavano con le gru, le vecchie gru ad acqua, tavole e tavole e tavole, e tanto altro. Tutto questo è contenuto in quel libricino, “Quattro Anni. Leggetelo, e, se potete, parlatene ai figli, ai nipoti, ai loro insegnanti. Grazie ancora a Roberto Metz.

Pietro Antonio Marussi

Trieste, 11 ottobre 2024

Pietro Antonio Marussi è Capitano di Lungo Corso e Direttore Generale di Azienda